martedì, dicembre 13, 2016

"Il Gattopardo?" A Renzi e al Pd gli fa un baffo…

"Bisogna cambiare tutto per non cambiare niente", così scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne "Il Gattopardo". Peccato però che Tomasi di Lampedusa non abbia mai scritto questa frase ne Il Gattopardo. La frase che appare in questo romanzo, pronunciata da Tancredi, è: “Se vogliamo che tutto rimanga come è, bisogna che tutto cambi”.
La formazione del nuovo governo ha realizzato pienamente ciò che ha scritto Tomasi di Lampedusa, ingannando per l'ennesima volta gli italiani onesti, quelli che sono sempre andati a votare onestamente, quelli che lavorano onestamente, rispettano le leggi e pagano le tasse onestamente.
Mentre si dimetteva infatti, contando sul discreto, operoso arbitrato del presidente Mattarella, Renzi ha messo il più fidato collaboratore alla guida del governo, ha scelto per lui e con lui i ministri da confermare e quelli da sostituire, altrettanto ha fatto e farà con i vice ministri e i sottosegretari, persino quelli che assisteranno Gentiloni più da vicino, per non parlare delle prossime nomine ai vertici delle aziende pubbliche.
Il nuovo, governo, per quanto sia una fotocopia del precedente, non dovrà farsi carico della campagna elettorale del segretario Pd. E potrà fare anche scelte impopolari.
Questo significa anche che, tra un anno, con la prossima legge di stabilità, potrebbero scattare gli aumenti di tasse che l'ex premier ha evitato. Sono quasi 20 miliardi di aumenti dell'Iva e delle accise, previsti dalle famose clausole di salvaguardia. Il governo Renzi ha disinnescato gli aumenti solo per il 2017, senza mettere a bilancio le somme necessarie per il 2018. Un'eredità degli esecutivi precedenti, ma anche della ultima legge di Bilancio, fatta in deficit e infarcita di misure elettorali. Molto diversa dalla prossima, firmata da un governo di transizione e da un ministro che, in fondo, con Renzi non è mai andato d'accordo.
Dopo tanto penare insomma, il governo nasce morto. Con l'estrema unzione di Orfini, che vaticina un fine pena prima della fine della legislatura. A voler peccare d'ottimismo, sarà tenuto in incubatrice dalle «amorevoli» cure di Maria Etruria Boschi e Luca Lotti. Le due infermiere che per non farsi torto a vicenda, controllarsi e controllare, staranno culo e camicia, separati in casa a Palazzo Chigi. Sottosegretaria e ministro al Telecomando: vince la femmina, naturalmente, che spunta il ruolo più in vista; al fratellino caro solo lo Sport (con delega ai rigori negati alla Fiorentina).
Bene Renzi. Metti i paletti e portaci a votare prima dell'estate, ma con una legge seria, non come le due porcate varate nel delirio di onnipotenza. Del resto abbiamo ben capito che Gentiloni è solo un paravento, concordato con un Quirinale celestiale, che ci guarda benevolo dalle nuvole. Alla maggior parte degli italiani è oggi ancor più chiaro che quelli fregati qui, i fessi siamo soltanto noi, che chiediamo “addirittura” di andare a votare dopo il quarto premier “scelto” senza libere e democratiche elezioni....

Giuseppe Sagliocco - Lodi



giovedì, dicembre 01, 2016

SOLDI REGALATI A TUTTI SENZA CRITERIO IN CAMBIO DI UN "SI"...SOLO BRICIOLE PER GLI STATALI? #IOVOTONO

Un accordo da 5 miliardi di euro complessivi per 2,8 milioni di dipendenti. Sono i due numeri sintetici dell’accordo per il rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici che era fermo da 7 anni. Tra blocco del turn-over e pensionamenti, il numero dei dipendenti in servizio è diminuito in numero assoluto e quei pochi rimasti in servizio sono costretti a lavorare per tre e ad essere pagati neppure per uno! Infatti sono diminuite le loro retribuzioni annuali e di conseguenza il loro potere d’acquisto.

L’aumento medio di 85 euro lordi al mese è da intendere «a regime»: la cifra sarà raggiunta per tappe successive nel corso di tre anni. Avere tutto e subito l’anno prossimo costerebbe troppo. Sarà necessario, quindi, trovare risorse aggiuntive, rispetto ai 5 miliardi previsti nei prossimi tre anni.
Il rinnovo dei contratti del pubblico impiego non può essere oggetto di contrattazioni frettolose, né tanto meno essere condizionato dalla Sentenza della Corte Costituzionale, che ha parzialmente bocciato la Legge Delega Madia sulla riforma della PA.

Ora, all'improvviso, e guarda caso proprio a ridosso del voto referendario, il premier è intervenuto a gamba tesa, sconfessando le perplessità manifestate dalla “Ministra” Madia sulla possibilità di un rinnovo in tempi brevi, proprio a causa della Sentenza di cui sopra, prospettando soluzioni che ricalcano grossolanamente quelle adottate per il contratto dei metalmeccanici, ma che già ad una prima analisi destano non poche perplessità.

Il tanto decantato aumento di 85 euro in busta paga, che comunque non scatterà prima di dicembre 2017, è solo uno specchietto per le allodole, in quanto non recupera l'inflazione e quindi non è sufficiente a coprire le perdite subite dai lavoratori, in termini di potere d'acquisto, in questi 7 anni di attesa e inoltre, per molti dipendenti, tale aumento potrebbe comportare il superamento della soglia reddituale che dà diritto al bonus degli 80 euro e oltretutto, la quota di 85 euro non si applica uniformemente a tutti, ma è da considerarsi "media", che aiuta i redditi genericamente più bassi, invece di agevolare espressamente quelli minimi.

Molto preoccupante è altresì il problema della copertura finanziaria: il reperimento delle risorse necessarie richiederà uno sforzo ben superiore agli stanziamenti previsti in Legge di Stabilità, perciò si teme che, successivamente, possano scattare dei meccanismi di recupero che vadano sempre a danno dei lavoratori dipendenti.

Il sottoscritto non condivide assolutamente le linee sulle quali il governo si è orientato, non per offrire un reale sostegno al personale degli enti locali, bensì per cercare di rabbonire i sindacati e tentare una disperata azione di condizionamento del voto referendario del 4 dicembre non tenendo conto delle vere esigenze di questo momento dei lavoratori dipendenti, che vedono negarsi, insieme agli altri, da ben 7 anni in Contratto Nazionale, il Governo vorrebbe assegnarci una miseria simile, che non coprirebbe nemmeno la vacanza contrattuale! Per questo e per molto altro...#IOVOTONO

Giuseppe Sagliocco - Lodi