I radical chic dell'informazione lo avevano dipinto come un vecchio porco, lo avevano fatto passare come una sorta di barbablù, una persona poco raccomandabile che usava il suo denaro e la
sua posizione per soddisfare pruderie inconfessabili.
Per fortuna, stanotte la Cassazione ha chiuso questo bruttissimo capitolo della vita
politica italiana, il classico linciaggio mediatico basato su teoremi di
colpevolezza, ancora oggi tutti da provare, che alla fine sono caduti sotto i colpi
della logica, delle prove, dei fatti. INNOCENTE PERCHE' IL FATTO NON
SUSSISTE.
Cinque anni di inchieste e di
processi, che hanno trascinato Berlusconi sul banco degli imputati con accuse
pesanti, e hanno trasformato il bunga bunga in una barzelletta mondiale: ma
tutto era su reati mai commessi e che esistevano solo nelle tesi d’accusa della
Procura di Milano.
Ma il presidente Berlusconi non ha pagato solo lui un prezzo
altissimo per questo "tritacarne mediatico"; lo ha pagato un intero
movimento politico da lui rappresentato, lo ha pagato l'intero centrodestra.
Un governo caduto per screditamento del suo leader legittimamente eletto. Un
danno d'immagine enorme per lui, per l'Italia, per un intero movimento
politico. Chi risarcirà ora Silvio Berlusconi per un calvario infame?
Per cinque anni la
Procura di Milano ha rivoltato le lenzuola di Silvio Berlusconi alla
caccia di reati. Ma non ne hanno trovati. Cinque anni di
pettegolezzi, di brogliacci di soldi spesi in intercettazioni e indagini,
dunque, buttati così. Come l'immagine internazionale dell'Italia e del suo capo
di governo, sepolta sotto quintali di fango.
Ecco, dopo anni di accuse infamanti contro Silvio Berlusconi, la
corte d’appello del Tribunale di Milano ha stabilito che nel cosiddetto caso
Ruby non esiste alcuna concussione, mentre per quanto riguarda l’accusa di
induzione alla prostituzione, il fatto semplicemente non costituisce reato.
Il
Cavaliere dopo essere stato sputtanato in mondovisione è dunque stato assolto
con quella che un tempo si sarebbe definita la vecchia «formula piena». Ore e
ore di interrogatorio sulle mutandine in pizzo delle subrettine di via
Olgettina, migliaia di pagine su usi e abusi intimi di un presidente del
Consiglio, quintali di intercettazioni d’alcova messe a disposizione dell’opinione
pubblica, per poi sentenziare che il reato non c’è e la concussione
neppure.
Auguro a tutti coloro che commentano con rabbia la sentenza,
di non vivere mai una esperienza simile, di accanimento giudiziario per fatti
che ritengono di non aver commesso. Oramai diamo per scontata la colpevolezza
dell'indagato a prescindere, senza ricordare che una ingiusta condanna
distrugge l'essere umano.
Giuseppe Sagliocco
Forza Italia
Coordinatore Esercito di Silvio - Lodi
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