mercoledì, luglio 24, 2013

Berlusconi colpevole! Vince da 20 anni le elezioni in Italia


La Cassazione ha deciso di fissare la sentenza sul processo Mediaset per il 30 luglio, prima del previsto e in concomitanza con un articolo del Corriere della Sera che avvisava del pericolo prescrizione. Dal Pdl si dice esplicitamente che sia stata la procura di milano a imporre alla Cassazione la data, attraverso "il suo organo di propaganda" .

L’emergenza giustizia e l’emergenza magistrati non è mai stata così devastante: solo che a forza di ripeterlo ci siamo sfibrati; è inutile girarci attorno: in nessun Paese civile esiste una magistratura così, una casta così, una sacralità e un’intangibilità così.

Secondo Marcello Veneziani, i gradi di giudizio sono i seguenti: “prima la satira, poi il talk show, segue la campagna di stampa, indi la condanna istituzionale, infine il tribunale. Per dare nomi simbolici ai cinque gradi di giudizio: Crozza, Santoro, la Repubblica, Boldrini, Boccassini ”.

Toghe impunite e fannullone? Si, oggi il problema giustizia è colpa dei magistrati. Ma è vietato dirlo.

Sentenza già scritta quindi? Non proprio. Va detto infatti che i termini di prescrizione per una parte del reato contestato a Berlusconi sarebbero decorsi dal prossimo settembre. La fissazione così celere dell’udienza va quindi letta come una corsa contro la prescrizione. 

Il codice penale prevede peraltro che la pena accessoria, in questo caso l’interdizione dai pubblici uffici, diventi esecutiva solo quando la sentenza è passato in giudicato: rinviare l’udienza quindi avrebbe permesso a Berlusconi di restare più a lungo nella scena politica italiana.

In un clima così teso, corrono in soccorso di Berlusconi i parlamentari del PD che, in maniera strategica, tentano di salvare il Cavaliere. Nella data del 12 Luglio 2013 Mucchetti e Zanda presentano un disegno di legge per il cambio dell’ineleggibilità in incompatibilità, modificando la legge del 1957.

Non vi sarà più il concetto di ineleggibilità e decaduta automatica del seggio, ma si potrà valutare la presenza o meno di una incompatibilità da parte della Giunta delle elezioni, il che darebbe 12 mesi di scelta all'eletto per rimuovere l’incompatibilità e tenersi stretto il seggio, o per tenersi l’incompatibilità e lasciare la poltrona.

Nel primo caso l’eletto dovrà vendere le sue aziende, ma non a parenti stretti ne tanto meno agli stessi dirigenti dell’azienda in suo possesso al momento della valutazione dell’incompatibilità. 

In questo modo ogni scelta che Berlusconi prenderà davanti a questo bivio risulterà quella vincente: nel caso faccia decadere l’incompatibilità, apparirà come il Messia del nuovo secolo che, a discapito di tutti i suoi possedimenti guadagnati in una vita da imprenditore, metterà in primo piano il bene del paese e dei suoi elettori.

Qualora, nel secondo caso, non faccia decadere l’incompatibilità, apparirà come un martire, a cui è stato impedito di adempiere alla vita politica solo perché detentore di una indole imprenditoriale degna di nota, il che garantirebbe una valanga di voti alla probabile candidatura di qualcuno che porti il suo stesso cognome…

Comunque la si pensi su Berlusconi, non ci si può girare dall'altra parte di fronte a quella parte di magistratura fortemente politicizzata che da vent'anni, da quando cioe' Berlusconi e' entrato in politica, cerca di allontanare l'uomo di Arcore dalla vita politica per via giudiziaria. 



Giuseppe Sagliocco
 

lunedì, luglio 01, 2013

Ruby: La condanna di Berlusconi è una vera vergogna per l'Italia.


 
Ci siamo liberati di Berlusconi, il vero problema che impediva all’Italia di spiccare il volo e di diventare una potenza economica mondiale. Siederemo alla pari al tavolo dei Grandi, senza paura di essere derisi e sbeffeggiati. Ora anche la disoccupazione inizierà a calare. Non sarà più necessario aumentare l’IVA e la pressione fiscale più alta del mondo sarà solo un brutto ricordo. 

Ogni rischio di default è scongiurato: si possono dormire sogni tranquilli. I giovani mettano da parte ogni proposito di emigrazione, non è più necessario.Suona più o meno così il delirio che ha colto una parte degli Italiani alla notizia della condanna in primo grado.

La demenzialità raggiunta dalle manifestazioni di gaudio è pari solo al carattere sproporzionato della grottesca sentenza comminata al Cavaliere, rendendola di fatto più simile ad una vendetta che ad un atto di giustizia.

Questi solerti maestri del bene comune sono troppo impegnati a darsi il cinque per comprendere, con lungimiranza, un aspetto ben più rilevante: la condanna in primo grado ha di fatto trasformato Berlusconi in un martire, e di conseguenza in un simbolo che sopravviverà anche dopo la morte. 

Questo significa, molto semplicemente, che chi pensava di avere appena inferto un colpo decisivo, probabilmente mortale, al berlusconismo, in realtà ne ha sancito l’immortalità.

Non sappiamo quali ulteriori accadimenti siano necessari per far ritenere che Berlusconi sia oggetto di un’attenzione ostile e prevenuta, e quindi non imparziale, da parte di certa magistratura. 

Di questo sono convinti i milioni di cittadini italiani che votano per lui, per il suo partito e per i suoi programmi liberali, e che, come antidoto alla deriva giustizialista, dobbiamo augurarci siano ancor più numerosi nel prossimo futuro.

Che cos’è diventata l’Italia? Abbiamo condannato un uomo basandoci su illazioni, calunnie, menzogne, ed un Tribunale mendace.

Pur di condannare il Presidente Berlusconi, si è fatta una forzatura incredibile alle basi del diritto, s’è lesa la presunzione d’innocenza e s’è detto che 32 testimoni abbiano dichiarato il falso solo per coprire il Cavaliere. Proprio così, l’intero processo per i giudici, non conta. 

Non ha rilevanza che i presunti concussi dicano di non esser stati concussi e la presunta abusata di prostituzione minorile dichiari non solo di non avere mai avuto rapporti sessuali con il Cavaliere, ma si scontra con la Corte perché questa vicenda continua a ledere la sua immagine. 

Tutto ciò, non è di rilievo. E’ essenziale condannare l’imputato. 

Il Cavaliere è stato condannato sulla base della moralità, e non su fatti realmente accaduti, su norme giuridiche, o “prove provate”. Il banchetto di etica è stato nauseante, il vulnus istituzionale venutosi a creare dopo questo processo è grave ed ingiurioso per una Democrazia Occidentale evoluta e matura. 

Siamo al bunga bunga del diritto, si salvi chi può…



Giuseppe Sagliocco - Lodi