venerdì, dicembre 21, 2012

Bugie e verità sullo spread: riflessioni


L’impennata dello spread ci fu quando la Deutsche Bank nel luglio 2011 vendette una quantità ingente di BTP, addirittura 7 miliardi. Tutti questi nostri titoli, immessi così sul mercato fecero diminuire la loro quotazione rispetto ai titoli tedeschi, e non poteva andare diversamente secondo le leggi dell’economia.
Ad ottobre 2011 Deutsche Bank presentò un lungo lavoro al Governo tedesco e alla Troika (Fmi, Bce e Ue), intitolato “Guadagni, concorrenza e crescita“, nel quale chiese esplicitamente che venissero privatizzati i sistemi welfare e i beni pubblici di Francia, Italia, Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda.
Praticamente un metodo per impadronirsi dei beni di questi Stati: infatti si mettono nel mirino i Paesi da invadere, poi li si mettono in crisi, aumentando artificialmente gli interessi sul debito pubblico, e infine viene indicata “la cura”, presentandola come la sola possibilità.
Questa guerra viene combattuta senza spargimento di sangue, con un facile bottino ottenuto con la complicità dei servi schiocchi e mediante l’introduzione di un cavallo di Troia: Monti per l’Italia.
Berlusconi dice il vero quando indica nella Germania il braccio armato e l’utilizzatore finale di una crisi creata ad arte per rimpiazzare i vertici istituzionali con altri più compiacenti, chiamati a liquidare il nostro patrimonio. Di fronte a questi dati, chiunque difenda ancora la Germania come esempio di virtù e di buon governo non solo dice il falso, ma va contro gli interessi del suo Paese e deve assumersene la responsabilità.
Nell’era digitale dove ogni cosa è ormai immateriale, le crisi le creano i tiranni dell’economia e della finanza. Le banche, soprattutto quelle centrali, sono una lobby che persegue unicamente il mantenimento dello status quo e congela ogni forma di progresso per il popolo: lo dice espressamente l’ex banchiere centrale belga Bernard A. Lietaer.
Bisogna cambiare. Il voto è alle porte. Votate qualcuno che dica basta a questo scempio, che dica basta a questi signori, denunciati perfino all'Aia per crimini contro l'umanità, a partire da Christine Lagarde ad Angela Merkel, da Wolfgang Schäuble a José Barroso passando per Hermann Van Rompuy, nella lunghissima denuncia di una cittadina tedesca, Sarah Luzia Hassel-Reusing, che cita anche Mario Monti come persona informata sui fatti.
Votiamo per qualcuno che abbia un'idea diversa del senso dell'economia, dei suoi obiettivi e delle sue ricadute sui cittadini. Qualcuno che non viva unicamente per spostare capitali finanziari di banca in banca, di fondo in fondo. Qualcuno che sia ancora un essere umano, possibilmente.

Il governo dei tecnici si è accucciato di fronte alle richieste dell'Ue e soprattutto della Germania. Ora si rende indispensabile un cambio totale di questa politica dei tecnici. L'Unione europea 'tedesca' e del nord, ha imposto una politica di austerità che porta solo alla recessione e anche alla depressione.

Non é solo un mio giudizio. Occorre far ripartire le imprese, riducendo le imposte che su di esse gravano, rilanciando l'apertura al credito e snellendo la burocrazia intorno alle aziende. Solo così si potrà far uscire italiani dal clima di ansia, paura preoccupazione che grava oggi sul Paese.

 

Giuseppe Sagliocco - Lodi




mercoledì, novembre 28, 2012

Considerazioni "primarie"...da parte del centrodestra



Sono giorni difficili per la politica e in particolare per il centrodestra; giorni incerti e per questo difficili da comprendere appieno e quindi commentare…proviamoci: non nascondo di aver parlato di primarie in passato, quando alcuni di quelli che oggi si dimenano tanto nemmeno sapevano cosa fossero figuriamoci sostenerle!!
Oggi però temo che queste primarie, così come stanno nascendo, possano creare nuovi problemi. Per me, il Presidente Berlusconi in questa capziosa situazione che si è venuta a creare, ha ancora una volta capito tutto e ha voglia adesso di riprendere in mano la situazione.
Chi ci garantisce infatti che le primarie, paradossalmente, non frammentino ancor più (se possibile) i consensi? E chi ci assicura che esse faranno davvero emergere quel “leader” che cerchiamo, in grado di gestire il partito e/o la futura coalizione? Nessuno.
C’è confusione, così come ci sono i comitati per le primarie, i candidati a queste primarie e la data pure: 16 dicembre; manca la linea operativa e organizzativa data la situazione in continua evoluzione.
Da qualcuno forse le primarie sono state viste come un congresso di partito; beh, si tranquillizzi allora, perchè non è così: qui si tratta esclusivamente di scegliere il futuro candidato premier, quello che si opporrà alla sinistra alle prossime elezioni politiche, e quello che dovrebbe catalizzare il maggior numero di consensi….appunto!!!
L’annuncio dell’ex premier Berlusconi di tornare in campo, ha smosso le acque. Berlusconi ha infatti esternato circa la possibilità della creazione di un progetto nuovo e, personalmente, di questo sono molto curioso. Sto coi moderati dal 1994 e quindi non sono tra quelli saliti dopo sul carro del vincitore. Leale e coerente sempre, sottolineo di non aver mai ricoperto incarichi o avuto cariche ne in FI allora tantomeno nel Pdl oggi.
Molti che oggi fanno gli schizzinosi, o si smarcano parlando (adesso) male di Berlusconi dovrebbero ringraziare per tutta la vita il loro “benefattore” per il fatto stesso di esistere; ma si sa, la riconoscenza in politica non è di casa…e allora capita di leggere qua e la, da parte di piccoli e piccolissimi personaggi politici a livello nazionale ma non solo, attacchi ingrati e cattivi verso chi “li ha fatti uomini” per usare una terminologia napoletana. Senza Silvio Berlusconi oggi molti pseudo politici (politicanti) di professione, anche lodigiani, non sarebbero stati eletti o non sarebbero arrivati dove sono arrivati.
Eppure si leggono tristi affermazioni del tipo “non si può essere sotto diktat dell’ex premier perché poi non ci resterà che piangere sul latte versato”, o ancora altri giudizi taglienti e irriconoscenti giungono da ex, post e vetero di varie estrazioni e provenienze politiche che nel Pdl hanno trovato la loro fortuna...in quanto esiste Berlusconi!
Noi dobbiamo riconoscere ad Alfano il merito di avere fortemente voluto queste primarie, ora però Alfano stesso si mostra titubante, ma ciò è naturale in quanto il percorso democratico delle primarie potrebbe essere inficiato qualora Berlusconi ritorni in campo.
Occorrerà, al centrodestra cercare un candidato che sarà quello che prende più voti e che meglio di altri potrà quindi battersi contro questa sinistra che si appresta a governare con “quello che pettina le bambole” il Sor Bersani da Bettola. Dio ce ne scansi e liberi…

In conclusione, secondo me non è che Alfano debba mandare all’aria il percorso democratico delle primarie, ma più semplicemente nella situazione attuale e in quella che si andrà a configurare, ognuno potrà sentirsi, come sempre nel centrodestra, di fare ciò che ritiene più opportuno; le opzioni e le possibilità sono numerose e basterà scegliere se restare, se andare via, con chi stare e che cosa fare. In piena libertà, mettendoci la faccia come si dice, perché come dice Crozza/Bersani "questa è la democrasssia ragasssssi".



Giuseppe Sagliocco - Lodi

martedì, ottobre 30, 2012

Il prezzo da pagare per la sua "discesa in campo"



La improvvisa e inaspettata “discesa in campo” di Silvio Berlusconi, diciotto anni fa non poteva che avere un prezzo; la deriva verso ideologismi e sentimenti di avversione personale, verso denigrazioni e delegittimazioni faziose che non hanno fatto il bene dell’Italia. Il vecchio partito comunista, riciclatosi prima in Pds poi in Ds (oggi Pd) era sicurissimo di vincere le elezioni e prendere il tanto agognato “potere” dopo aver fatto, i giudici di tangentopoli tabula rasa di tutti i partiti….tranne il solo PCI-PDS-DS. La “gioiosa macchina da guerra” guidata dall’allora segretario Occhetto vide i suoi piani segreti (ma non troppo) sconvolti dal Cavaliere il quale riuscì a chiamare a raccolta tutti i liberali, moderati e di centrodestra, vincendo alla grande le elezioni…da quel momento a sinistra se la sono legata al dito e per Berlusconi è stato l’inferno!!
Dopo 18 anni di tentativi andati a vuoto infatti, con accuse di tutti i tipi possibili e immaginabili a chi fino ad allora non aveva mai avuto un processo a suo carico, ebbene è arrivata. Ma quella di SB è chiaramente una condanna politica, incredibile e intollerabile per usare le stesse parole dell’ex premier…E' senza dubbio una sentenza politica come sono politici i tanti processi inventati a riguardo. La sentenza di condanna è la conferma di un vero e proprio accanimento giudiziario e dell'uso della giustizia a fini di lotta politica. Ci sono però due prove della innocenza di SB facilmente rilevabili e assolutamente inoppugnabili:
1) Secondo l’accusa SB sarebbe socio di due imprenditori americani. Ma se egli fossi stato socio di questi imprenditori sarebbe bastata una telefonata all'ufficio acquisti di Mediaset per far acquistare i diritti televisivi che questi due imprenditori volevano vendere, senza pagare tangenti.
2) E ancora, se SB fosse stato socio sarebbe subito venuto a conoscenza di una tangente così elevata versata ai responsabili del servizio acquisti, e non avrebbe potuto che provvedere al loro immediato licenziamento, visto che per quell'ufficio passavano 750 milioni di acquisti all'anno.
Non si può andare avanti così: dobbiamo fare qualcosa. Quando non si può contare sull'imparzialità dei giudici, questo paese diventa incivile, barbaro, invivibile e cessa anche di essere una democrazia. E' triste, ma la situazione del nostro paese oggi è così. Intanto però nel centrodestra tanto bistrattato qualcosa si muove: ci saranno elezioni primarie aperte nel Popolo della Libertà. Quindi sapremo, entro dicembre, chi sarà il successore di Silvio Berlusconi. Il 16 dicembre ( data più che probabile), saranno gli italiani che credono nell’individuo e nei suoi diritti naturali, nella libertà politica e civile di fronte allo Stato, ad aprire democraticamente una pagina nuova di una storia nuova, quella che abbiamo fatto insieme, uomini e donne, tra cui il sottoscritto che fin da subito ha aderito al movimento fin dal gennaio del 1994 assieme a tutti coloro che non intendevano e che neanche oggi intendono essere governati da questa sinistra.

La continuità con lo sforzo riformatore cominciato diciotto anni fa è in pericolo serio. Una coalizione di sinistra che vuole tornare indietro alle logiche di centralizzazione pianificatrice che hanno prodotto la montagna del debito pubblico e l’esplosione del paese corporativo e pigro che conosciamo, chiede di governare con uno stuolo di professionisti di partito educati e formati nelle vecchie ideologie egualitarie, solidariste e collettiviste del Novecento. Sta al Popolo della Libertà, al segretario Angelino Alfano, e a una generazione giovane che riproduca il miracolo del 1994, dare una seria e impegnativa battaglia per fermare questa deriva.



Giuseppe Sagliocco

venerdì, agosto 31, 2012

Casini, Udc e cattolici in politica: contraddittori e incoerenti


Perche la Chiesa continua a proclamare Casini come suo difensore?
Le nuove generazioni hanno bisogno di avere una visione della società, capire dove si sta andando, cosa si sta costruendo. Ecco allora l’importanza dei cattolici nella politica a dare linfa e sostanza alla politica del fare. Guardiamo al futuro nel solco della migliore tradizione, quella di Don Sturzo e De Gasperi.
Pier Ferdinando Casini invece, in assoluta autonomia, ha deciso l'alleanza con Vendola e Sel oltre che con il Pd di Bersani. Il capo dell'Udc si professa strenuo difensore dei valori cristiani, salvo poi allearsi con il diavolo per un vile calcolo di convenienza politica, tirando per la giacchetta quel mondo cattolico che è il bacino principale dal quale l’Udc attinge i voti.
Eppure il Cardinale Bertone e il Presidente della Cei Bagnasco si erano già lamentati del fatto che la UE avesse lasciato sola l’Italia quanto alla questione immigrazione. Mentre Magdi Cristiano Allam si batte perche nello stato europeo vengano inserite le radici giudaico-cristiane dell’Europa, che cosa ha fatto Casini?
Ognuno può votare Casini e il finto centro che va con la sinistra, ma a mio modo di vedere, i cattolici non possono votare il centro e in particolare Casini, che nulla fa per sostenere i principi cristiani. L’ultimo arrivato nel popolo di Cristo, quel Magdi Allam Cristiano di cui sopra, è certamente più benemerito di questo Casini nel tentativo di mettere in guardia i cattolici dalla islamizzazione strisciante e crescente.
Casini vorrebbe rifare un “centro” riunendo cattolici e laici, atei e agnostici, quando poi le varie posizioni su questioni etiche sono inconciliabili e contrastanti? Ci spieghi come....Quali possono essere, i punti di convergenza per un governo di coalizione tra Udc Sel e Pd?
La Chiesa, ha già espresso un "no"deciso ai cattolici ad allearsi con Vendola e la sinistra del Partito Democratico.
La convergenza sui valori non negoziabili trova e deve pertanto trovare un naturale riferimento nella casa comune dei moderati. Il segretario del Pdl Angelino Alfano del resto ha ribadito che i cattolici già oggi hanno trovato nel Pdl un partito che ha sempre difeso i loro valori «non a chiacchiere o a parole, ma con leggi sulla vita, la famiglia e tutto ciò che attiene ad un sistema di valori».
Non si tratta, però, di rifare un partito confessionale, tutt’altro. Noi vogliamo una casa comune che su valori cristiani aggreghi varie anime, quella popolare, socialista, liberaldemocratica, riformista.
Un partito che crede nella difesa incondizionata della dignità di ogni singola persona umana, nella famiglia, nella comunità. Che vuole più società e meno Stato, che difende l’impresa, il lavoratore e non il posto di lavoro, che crede nella sussidiarietà, nella libera istruzione, nella responsabilità di chi amministra e dunque nel federalismo solidale, nel merito come condizione per tornare a crescere.

La brusca virata di Pierfurby verso Vendola e Bersani ha lasciato perplesso e disorientato gran parte dell'elettorato Udc, che critica fortemente la scelta autoritaria fatta dal suo leader. Occhio a chi svende i valori cattolici pur di difendere poltrone.


Giuseppe Sagliocco - Lodi

lunedì, agosto 06, 2012

"Non siam mica qui a smacchiare i leopardi..."



Per chi vota a sinistra perché “antiberlusconiano” la parola democrazìa non ha molto significato; la sinistra e i suoi elettori non cambiano mai, sembrano acefali. La notizia del (possibile) ritorno di Berlusconi nella politica attiva li ha tramortiti...gli orfani di Marx infatti immaginano già che verranno sciancati da Berlusconi in campagna elettorale, sanno già che dovranno soffrire la sua presenza, e non ci stanno!!
Ma guardiamo loro, i sinistri rosiconi, invece che novità portano? Bersani con D'Alema? Fini? Vendola?
L'unico nuovo è Grillo, ma io me lo ricordo in tv a fare il comico già 30 anni fa. Berlusconi sarà quello che sarà, ma politicamente è il più giovane di tutti...
Si è finalmente dimostrato tutto falso che la responsabilità della crisi fosse del governo Berlusconi, che ha portato l'Italia sull'orlo del baratro. Al contrario il problema è l'euro, è l'architettura imperfetta della moneta unica, è il ruolo inadeguato della Banca Centrale Europea.
La candidatura a premier di Silvio Berlusconi ha irritato tutto il centrosinistra. Puntualmente è scattata la campagna di denigrazione e i più benevoli parlano di minestra riscaldata.
Credevano d’averlo messo fuori combattimento, ma hanno fatto i conti senza l’oste. Inoltre, visto che le agenzie di rating continuano a penalizzarci, lo spread e il debito pubblico continuano a salire, signifca che i nostri guai non dipendevano dal bunga-bunga. Ai mercati finanziari interessano le riforme strutturali e i conti in ordine.
Ora aspettiamo fiduciosi la conferma ufficiale della candidatura perché dai vari Casini, Fini, Rutelli, Veltroni, D’Alema Bersani ecc.che hanno fatto carriera politica solo con le chiacchiere non ci si può aspettare nulla di buono… Se a Casini poi il ritorno di Berlusconi fa paura, a noi elettori liberi è la sua presenza nell'agone politico da più di trent'anni che fa paura.
Pur di stare in poltrona, egli ha trascorso gli ultimi anni con un piede col PDL e con un piede col PD, sta accarezzando furbescamente Bersani per farsi eleggere Presidente della Repubblica;
La “festa della liberazione” celebrata il 12 novembre 2011, giorno delle dimissioni di Berlusconi, non ha portato bene. Non solo non sono saliti loro al potere, non solo hanno dovuto fare da zerbino a un professore bocconiano non certo di sinistra e che per di più, odia la concertazione, sindacale e non. Ora rischiano di ritrovarsi al punto di partenza, cioè per loro a un punto morto.


Nel senso che è morta la speranza di essersi liberati definitivamente dell’unico vero ostacolo ai loro progetti di guidare l’Italia, con chicchessia (Monti, Vendola, Casini, Di Pietro, uno per l’altro) ma guidare indisturbati…



Giuseppe Sagliocco - Lodi


giovedì, agosto 02, 2012

La "Banda" dei 400 indagati...(più Travaglio condannato)



Provate ad andare su uno dei motori di ricerca più famosi e digitate INDAGATI PD, vedrete che essi parlano di 400 indagati, ed è possibile trovare pure la lista. Adesso anche gente del calibro di Errani e Vendola (non proprio del Pd ma sempre a sinistra è...) si sono aggiunti alla banda dei 400.
Visto che i compagni sono bravi a fare la morale agli altri, chissà se avranno da chiedere a questi Governatori di farsi da parte... Speriamo in un Pd meglio di quello precedente, o attuale, se solo si ricorda che Penati ad esempio è ancora lì', e ben stipendiato!!
Vediamo come finirà, se avremo modo di notare la solita "coerenza rossa" secondo cui GLI ALTRI si devono dimettere....NOI NO ;))
Vendola ed Errani sono indagati e proprio in questi giorni sono stati rinviati a giudizio. Eppure i quotidiani sonnecchiano e di certo non si impegnano per evidenziare le notizie che provengono dalle procure. Guardiamo ad esempio il caso Vendola. Repubblica dà la notizia a pagina 15, taglio basso, 3 colonnine.
Il Corriere a pagina 17, 4 colonne. Il tutto in maniera sobria e tranquilla. Un’opera di occultamento difficilmente spiegabile...Come se un indagato di sinistra avesse l’immunità dagli attacchi della stampa.
E non importa se Vendola è stato rinviato a giudizio ed è colpito da un’altra pesante inchiesta perchè tanto, a prescindere, il leader di Sel è estraneo ai fatti, innocente a priori.
Per lui e Errani la parola dimissioni è stata cancellata dal vocabolario di opinionisti e commentatori della stampa. Non è neppure contemplata come ipotesi.
Di fronte a questo imbarazzante clima ci vuole equità nei trattamenti. Se quindi Formigoni si deve dimettere, allora lo devono fare anche Vendola e Errani. Perchè di questa presunta superiorità morale a sinistra, da sempre inesistente, ci siamo anche un po’ rotti le scatole.
A proposito di gradi di giudizio e processi farsa: a Bassolino la prossima udienza è stata fissata per questo o per il prossimo secolo?

E infine, amici e compagni se digitate "TRAVAGLIO CONDANNATO" qualcuno ci rimarrà male forse...infatti il "castigamatti" antiberlusconiano di professione, che adesso fa anche l'attore in teatro pur di continuare indisturbato con la sua sequela di invettive e calunnie da cui lucra, E' STATO CONDANNATO!!! BEN DUE VOLTE, PER CALUNNIA E DIFFAMAZIONE!! PENSA TE, ALLE VOLTE I CASI DELLA VITA, LUI SI.....QUALCUN ALTRO NO ;))



Giuseppe Sagliocco - Iscritto al Pdl - Lodi

venerdì, luglio 20, 2012

E se Berlusconi scendesse in campo? Magari...


Anche se con qualche sfumatura e qualche distinguo doveroso, il Cavaliere sa bene che agli ex An non va giù l'annuncio della sua discesa in campo. Ma ogni decisione sarà legata all'ottenere il risultato migliore. Berlusconi, insomma, sta «sondando» il terreno. E se presentarsi candidato premier porterà più punti percentuali allora lo farà. Giustamente. Stesso discorso per il nuovo nome del partito: sarà quello con più appeal, quello che piace di più alla gente. E’ altresì chiaro che quando Berlusconi parla di “Forza Italia” non lo fa perché è un nostalgico ma lo fa perché pensa a un partito di centrodestra moderno che sia cattolico ma anche liberale e riformista aperto a tutti i moderato e comunque a tutti quelli che non si riconoscono nella sinistra.
Anche il segretario del Pdl Alfano cerca di tranquillizzare gli ex An, li invita a «restare uniti» e spiega che «nel nostro partito non ci sono regnanti o sudditi». Lo schieramento dei dubbiosi ex An è nutrito. I forzisti chiedono facce nuove e larghe intese, gli ex An temono che gli azzurri sarcrifichino la legge elettorale con le preferenze per liberarsi di loro e pretendono le primarie.
Il Pdl ha bisogno di progetti nuovi, di proposte serie, di una linea politica chiara, di un percorso per il futuro del paese e di persone normali, possibilmente giovani e con facce serie e limpide che si propongano come timonieri futuri; certo, ci vorrebbero meno polemiche...se vogliamo sperare di vincere o almeno limitare la sconfitta, ma intanto il candidato sarà quello che prende più voti e cioè Silvio Berlusconi. La questione che sta animando il PDL in questi giorni, è il ritorno alle origini, alle intenzioni della prima ora a quell’entusiasmo e alla ricerca di una prospettiva differente.
Berlusconi punterà come detto su di un programma e su una squadra di quarantenni che saranno i veri promotori della nuova avventura politica, i garanti del nuovo Pdl…La riscoperta dei valori che portarono alla nascita di Forza Italia, a prescindere dal nome, non è tornare indietro, non è guardare indietro quindi, bensì deve essere la volontà di condividere un progetto nuovo che possa puntare a riaggregare l’area liberal-socialista e riformista con quella laica moderata e repubblicana e con il cattolicesimo popolare ancorchè liberale. Ma voglio ripeterlo ancora, sarà un partito nuovo e quindi non si ritornerà a Forza Italia, sic et simpliciter, come alcuni erroneamente pensano.

L’idea è quella di rivolgersi agli elettori e lanciare un appello in difesa della tradizione moderata. Soprattutto se dovesse passare il premio per il primo partito, nella ipotesi di nuova legge elettorale tuttora in via di ulteriore definizione, SB ce la potrebbe fare…Siamo realisti: con un Pdl senza il Cav candidato premier, al governo ci andrebbero i sinistri. Basta questo ad auspicare la discesa in campo del Cav. tutto il resto sono chiacchiere inutili perché uniti si vince, mentre divisi si consegna il Paese alle sinistre!! Occorre recuperare entusiasmo, ma anche capacità e volontà di mobilitare in un momento in cui esiste distanza tra i cittadini e la politica in piena crisi come quella attuale. A noi la scelta…

 
Giuseppe Sagliocco - Lodi

lunedì, luglio 16, 2012

Basta con questo Colle interventista


Che il presidente della Repubblica si sia ritagliato un ruolo da protagonista nell'agone politico, non è certo una novità: stando gli archivi dei quotidiani, lo fa almeno dalla metà del 2008, ossia da quando è andato al governo Silvio Berlusconi. Ma l'inquilino del Quirinale continua a dare il meglio di sè anche in questi giorni.
Insomma, l'impressione è quella di trovarsi di fronte a un presidente «interventista» più che «notaio». Certo, allora come oggi, Napolitano continua a muoversi sempre nel rispetto dei confini che la Costituzione ha stabilito, ma i suoi discorsi, appelli generici alla politica, ai partiti, all'Italia vengono sempre più spesso letti come vere e proprie entrate a gamba tesa contro il Parlamento, in particolare contro il governo dell’ex premier.
L'interventismo di Napolitano, certo non nuovo nel suo settenato che si chiude con il governo Monti, dal capo dello Stato favorito nel suo formarsi per evitare elezioni anticipate, non piace a destra.
Anticipiamo un po’ il bilancio del settennato Napolitano. Una cosa davvero storica ha fatto Giorgio: dopo avere regnato all’unisono con la casta che lo elesse e i cui misfatti omise di punire: ha deposto il Cagliostro di Arcore, ha insediato Mario Monti, ha lanciato il superiore concetto di governo dei tecnici.
Ma Napolitano supera tutti i limiti: adesso decide pure per il dopo mandato?
Il Colle entra a gamba tesa sul futuro dell'Italia e spiega: "I partiti non si illudano, il prossimo governo avrà gli stessi problemi di questo esecutivo, ossia debito e crescita".
La soluzione di Napolitano? Non cambiare nulla. Questa volta Re Giorgio decide pure per il dopo-mandato... dopo Mario Monti come premier vuole un nuovo Monti.
Il capo dello Stato non molla e vuole decidere (ancora) il futuro dei partiti.
Naturalmente, resta inteso e chiarissimo a tutti che se le stesse cose che sta facendo il comunista Giorgio le avesse fatte Berlusconi, sarebbe scoppiata una guerra civile. Mentre Bersani a pecora dice: Obbedisco!

Giorgio Napolitano prima ha cancellato l’ipotesi di voto anticipato, poi ne ha anticipato i risultati, annunciando quale sarà la politica governativa non solo dopo le elezioni della prossima primavera, ma anche dopo la fine del suo mandato.

Adesso basta, Napolitano sta superando tutti i limiti.



Giuseppe Sagliocco - Iscritto al Pdl - Lodi

lunedì, luglio 02, 2012

Casta: quelli che fanno la morale agli altri...


Ebbene si…c'è un mondo che lavora e che si impegna. Sono quelli che non fanno la morale agli altri. Forse sono quelli che, legittimati, vengono indicati come usurpatori. Ci sono quelli che rischiano la vita per pochi euro al mese. I lavoratori, le forze dell'ordine, ad esempio. Ci sono i piccoli imprenditori che provano a trovarsi uno spazio nella vita sociale, investendo capitali, rischiando di perderli, lavorando anche 18 ore al giorno. Ce ne sono altri che invece sono funzionali alla casta. Poi ci sono quelli che giudicano gli altri, non avendo mai lavorato in vita loro. E ci sono quelli che fanno politica per mestiere. Quelli che fanno i sindacalisti per lavoro; quelli che fanno per professione l'antimafioso, e prima c'erano quelli che facevano per professione l'antifascismo (ora sono fuori moda, però, anche perchè dovrebbero spiegare perchè fini si e la russa no, ad esempio). Ci sono anche quelli che vivono bene facendo i pentiti e quelli che appena vengono toccati dagli strumenti "democratici" di investigazione richiedono con urgenza una legge che garantisca dalle intercettazioni ... questi sono i politicamente corretti. Sono i "non ci sto" di stomachevole memoria. Ed anche scrittori mediocri, come Saviano ad esempio, che hanno trovato l'Eldorado in Italia. Basta la parola giusta al momento giusto e basta schierarsi dalla parte giusta. La vita è fatta anche di opportunità, altri la chiamano in altro modo. La questione è trovarsi al posto giusto al momento giusto o dire la caxxata giusta al momento giusto, tanto in italia è di chi la dice più grossa. ... Così si vendono libri e si vendono copie di giornali; così hanno fortuna i teletribuni; così la politica diventa professione, così si saccheggia il Paese a danno di chi paga. Così si fanno avanti demagoghi e comici, incapaci anche di concepire il rispetto democratico e di garantire pluralismo e confronto.


Giuseppe Sagliocco - Lodi




domenica, giugno 17, 2012

E bravi Letta e Buttiglione…che fare adesso con questo spread che resta alto?



Dopo le affermazioni di Enrico Letta (Pd) e del Prof. Buttiglione (Udc) secondo i quali, “se Berlusconi lascia il governo lo spread scenderà di 100 punti (Letta) e di 300 punti (Buttiglione), l’unica cosa che mi viene da pensare è che abbandonassero la politica, perché dimostratisi incapaci di valutazioni serie e ponderate!!

Veniamo adesso alla lira italiana ed al marco tedesco. Il marco oggi vale Lire 1428 (quando entrò nella moneta unica valeva Lire 989: una bella rivalutazione!!).

L’Italia invece per un euro dovette spendere Lire 1936,27 così la lira si svalutò già in entrata del 50% e adesso per restare legati alla suddetta moneta unica, stiamo gettando via la nostra dignità ed operosità.
L’uscita dall’ euro comporterebbe:  una svalutazione di circa il 40%, una inflazione a due cifre e un debito pubblico più costoso del 40% anch’esso!!

Se restiamo nell’euro e si varano gli Eurobond dovremo dare per questi delle garanzie (ce le chiederà la nostra “dirigente” Merkel); dovremo cioè garantire con il patrimonio pubblico ma anche con l’oro della Banca d’Italia.

Legandoci agli eurobond quindi finiremo praticamente col non avere più o in ogni caso con l’ intaccare pesantemente ne i beni patrimoniali ne parte delle riserve auree della Banca d’Italia.
Restare nell’euro, nella moneta unica europea senza una nostra politica e con la illusione che le cose andranno meglio, ci può portare a perdere patrimonio e oro pubblico.

E’ dunque meglio esporre il petto ai colpi mortali della Merkel e perire, oppure beccarsi dei pallini da caccia nel sedere per poi rimettersi in sella come ha sempre fatto questo laborioso popolo italiano? Cosa conviene fare?

Il nostro Paese si interroghi, partendo dal più umile dei cittadini e fino ad arrivare ai nostri maggiori studiosi di economia.
A trarre vantaggi dalla moneta unica è solo la Germania che sta vincendo la III guerra mondiale!!
Cosa conviene fare?


Giuseppe Sagliocco (Lodi) 

martedì, giugno 12, 2012

Miracolo a Milano: Pisapia in un anno ha svuotato le piazze





Ricordate le tante belle parole e le promesse di Pisapia soltanto un anno fa? Beh, probabilmente sono state portate via poi da quel famoso stesso "vento nuovo" da egli tanto invocato... 

Andiamo per ordine; appena messo piede a Palazzo Marino il sindaco arancione cosa fa? Aumenta d'un botto del 50 per cento il biglietto del trasporto pubblico, infligge ai milanesi una tassa dalla quale erano sempre stati esentati, la famigerata addizionale comunale Irpef e subito dopo si inventa un balzello per l'accesso in automobile nel centro storico diventato Area C; senza dimenticare, nel frattempo di moltiplicare il canone e gli altri costi per occupazione di suolo pubblico...

Certo, quando annunciava questi salassi in combutta col super-assessore Tabacci, Pisapia adduceva le sue giustificazioni, tutte immediatamente rivelatesi pretestuose. Tanto per cominciare sul mitico «buco di bilancio lasciato dalla Moratti» non si è mai fatto chiarezza. E poi: il vertiginoso aumento del biglietto Atm avrebbe consentito nuovi investimenti nel trasporto pubblico che non sono ancora visti mentre il balzello per accedere all'area C, era motivato dalla lotta alle polveri sottili che invece continuano a stagnare nella nostra aria come prima.

Insomma Pisapia sta facendo della facile demagogia e del populismo, sta adottando proprio quei comportamenti che da sinistra vengono ossessivamente rivolti ad altri: ora a Grillo e ora al Berlusconi d'antan, ora a Di Pietro ora alla Lega.

Sotto la Madonnina è accaduta una cosa “strana” (ma non troppo): la spending review viene a Palazzo Marino tradotta (male) nel più provinciale “tassa e spendi“. Dopo lo spending è scomparso il rewiev, insomma. Che in termini comprensibili al volgo e all’inclita significa: nuovo aumento delle imposte a carico dei milanesi ma anche aumento delle spese correnti del Comune. Incredibile ma vero. Non c’è male come risultato, solo dodici mesi dopo la la presa di Palazzo Marino, la Bastiglia da espugnare, simbolo del vento che cambiava anche in Italia.

Succede dunque che nel 2012 il Comune pisapiano rifila ai cittadini nuove imposte per 252 milioni di euro. Invece dei tagli alle spese in tempo di crisi, lacrime e sangue per la gente comune, nemmeno l’ombra: le spese correnti del Comune aumentano di 215,6 milioni rispetto al 2011. Milioni di euro, non noccioline, si badi bene. Perché a Milano la politica della sinistra è una cosa “seria”. Tanto seria che grosso modo le nuove tasse pareggiano le spese correnti in più… E i risparmi? I mitizzati tagli? Se ne riparlerà (pare, forse?) nel 2013.

Così, mentre a Roma la sinistra incita Monti a tagliare gli sprechi pubblici, nella Milano europea ed evoluta, tanto per fare qualche esempio, le spese correnti del Gabinetto del sindaco passano da 7 a 11,6 milioni di euro, quelle della Direzione generale altri 3,1 milioni di euro, quelle per i consulenti esterni arrivano a 1,2 milioni di euro. Mi fermo qui perché è difficile credere alla favoletta del “più tasse ma servizi migliori”.

Per ora siamo al più tasse e più spese e le chiacchiere si fermano a questo punto. Il conto della serva popolana dice che sale l’Irpef, la Tarsu (23%), la Cosap è andata alle stelle, l’Imu per seconde case, botteghe, negozi al massimo possibile…E meno male che il vento è cambiato….si, infatti ora è ufficiale: c’è una bufera arancione ad abbattersi sui poveri cittadini milanesi!!



Giuseppe Sagliocco

lunedì, giugno 04, 2012

Riforme? Si, con chi ci starà...


Deformare la realtà a proprio vantaggio è un classico della sinistra. Lo sappiamo, basterebbe non farci caso. Il dramma è che a prendere sul serio le panzane e le minacce dei quotidiani di sinistra sono soprattutto i leader del centrodestra, vittime inguaribili di un complesso di inferiorità culturale per cui se non esisti su quei giornali non esisti in assoluto.

Così, come poveri allocchi, vengono usati per seminare zizzania in campo avversario e poi al momento giusto accoltellati. Per mesi, quando si trattava di indebolire Berlusconi, Formigoni era trattato dai suoi attuali carnefici di Repubblica come una musa ispiratrice, quel genio di Cicchitto adesso va a braccetto con quelli de Il Fatto, che nella migliore delle ipotesi lo considerano un piduista e che alla prima occasione gli faranno ovviamente un servizietto barba e capelli. I nostri eroi vanno oltre.

Il Pdl andrà avanti col presidenzialismo anche senza i democrat. Un modo per stanarli sulla modifica del Porcellum.

Non è un bluff, e infatti il Pdl continua a rilanciare con forza il presidenzialismo e a tessere la tela di una proposta di riforma sulla quale vuole a tutti i costi ottenere un voto e un’espressione del Parlamento.
«Avanti tutta sul presidenzialismo. Bisogna andare fino in fondo. Chi ci sta, ci sta». È questa la linea tracciata.

L’intenzione è fare un investimento vero sulla grande riforma costituzionale per riportare la barra dalla parte della democrazia diretta e del cittadino. «La legge elettorale a doppio turno proposta dal Pd» spiega Alfano «da sola non è in grado di garantire un esecutivo stabile e una maggioranza scongiurando il rischio della frammentazione. Solo l’abbinamento all’elezione diretta del presidente della Repubblica garantisce un esito certamente bipolare e insieme la certezza di non produrre, in nessun caso, il blocco delle istituzioni».

Un voto, dunque, per fotografare le intenzioni dei partiti e far uscire allo scoperto la reale volontà di mettere mano al Porcellum. E se il Pd dovesse dire no, allora massimo sforzo per ottenerne una «approvazione simbolica» con la maggioranza uscita dalle urne. Insieme con la Lega, quindi, e se possibile con l’Udc. Se poi il Parlamento dovesse respingere la proposta, allora la subordinata per recuperare il massimo rapporto con l’elettorato potrebbe essere il sistema attuale con collegi più piccoli o magari la reintroduzione delle preferenze. I segnali, più o meno tattici, lanciati al Pd, continuano.

Il Pd ribadisce che «non ci sono tabù» ma resta nel vago. Il Pdl promette battaglia. Presidenzialismo a parte, al Senato sono in corso le votazioni con l’accordo «ABC» che, per ora, prevede la diminuzione dei parlamentari. E settimana scorsa è stato abbreviato l’iter di approvazione delle leggi, rendendolo possibile con una sola lettura parlamentare.

Insomma, sul tavolo della politica c'è la riforma proposta dal Pdl che potrebbe cambiare il corso del Paese, ma i giornali preferiscono occuparsi d'altro…



Giuseppe Sagliocco

mercoledì, maggio 23, 2012

Sono convinto, presto ci saranno nuove tasse



Si uscirà dalla crisi solamente quando si risolverà il problema euro, quindi paradossalmente un'implosione della moneta unica potrebbe essere benefica, perché porrebbe fine a questa lunghissima agonia.

Tutto come previsto. L’Unione europea ha certificato che i conti di Monti non tornano e il prossimo anno, per farli quadrare, sarà necessaria un’altra manovra. Come è noto, nonostante le tasse, il debito pubblico non è diminuito ma al contrario aumentato, mentre il prodotto interno lordo invece di aumentare è diminuito. Per il bilancio dello Stato si tratta di un mezzo disastro, perché se il debito sale e il Pil scende vanno in vacca tutti i parametri, in particolare quelli usati dagli investitori per decidere se comprare oppure vendere i nostri titoli di Stato. In tre parole, siamo nella palta. Con il rischio che agitandoci di più, si vada a fondo più in fretta.

Già, perché se con la stangata con cui il bocconiano ci ha dato il benvenuto siamo rimasti storditi, con la successiva rischiamo di rimanere esanimi.
Certo, recuperare un po’ di ossigeno non sarà facile, ma almeno bisognerebbe provarci, attuando la riduzione della spesa, ma questo governo tutto sembra intenzionato a fare tranne che tagliare.

A soli sei mesi di distanza dall’insediamento del governo appare dunque chiaro che questa non è la ricetta per uscire dalla crisi, semmai per rimanervi. Pertanto è indispensabile, a mio modo di vedere, il taglio dei costi della politica, la riduzione della pubblica amministrazione e lo smantellamento del sistema clientelare. Ma, fossimo nei panni di chi ha il compito di dirigere la nostra politica monetaria ed economica, cominceremmo a pensare anche all’uscita dall’euro.

Chi invece non appare affatto pronto alla rottura della moneta unica è il governo. La fede cieca di Monti nell’Europa lo sta spingendo miopemente sull’orlo del crac. Il nostro primo ministro avanza imperterrito sulla via del rigore voluto dalla Germania, senza pensare ad altro. Neppure sembra essersi accorto che in pochi mesi su 27 governi dei paesi che compongono l’Unione 16 sono saltati, mentre di quelli che fanno parte dell’euro 10 su 17 hanno gettato la spugna. Che altro deve succedere per capire che quella intrapresa non è la via per il risanamento ma per l’affossamento?

L'eurozona è stata un grandissimo affare per la Germania e per i Paesi del nord che hanno così eliminato le valute più deboli e quindi la concorrenza. I Paesi più deboli come l'Italia sarebbero subito dovuti correre a darsi regole come quelle tedesche per evitare di pagare il conto, in termini di tassi e non solo, dell'unione tra economie molto diverse tra loro. Solo che non l'hanno fatto...

E così mentre Berlino continua a beneficiare di tassi prossimi allo zero e di una moneta molto più debole di quanto sarebbe stato il marco, l'Italia non deve sognare un ritorno alla lira (da cui "avrebbe vantaggi e svantaggi") ma fare presto quelle riforme strutturali necessarie: pensioni, flessibilità del lavoro, taglio della spesa.


Giuseppe Sagliocco



venerdì, maggio 18, 2012

"MammamiaPisapia!!!" e l'adunata sediziosa...



Dopo la torre Galfa, adesso il presidio dei lavoratori di Macao è in Via Galvani. Il sindaco Pisapia, anziché far rispettare l’ordine pubblico dato che c’è un quartiere bloccato, temporeggia.

E’ ora di mettere la parola fine a questa ennesima sceneggiata arancione, le strade venno liberate!

Inoltre, come se non bastasse, chi potrebbe vietare ai musulmani di Milano di occupare abusivamente uno spazio (come hanno fatto i giovani di Macao) per vedere riconosciute le loro richieste…come mai a chi ha occupato una torre viene proposta l’assegnazione mentre la comunità islamica dialoga con la giunta da un anno senza intravedere all’orizzonte volontà concrete?

Per fortuna Boeri anticipando il sindaco “temporeggiatore” ha ben chiarito che per accedere all’area ex Ansaldo, si dovrà partecipare a un bando pubblico, ma anche essere una associazione dotata di statuto giuridico. Queste sono le “regole” del Comune di Milano.

Quindi, se Macao vorrà partecipare dovrà darsene uno…

Ai ragazzi, Pisapia ha spiegato che l’Ansaldo sarà disponibile tra tre settimane circa, ma evidentemente l’ha sparata grossa, dato che se ci sarà il bando occorreranno mesi per l’assegnazione e inoltre, come sottolinea il capogruppo Pdl Masseroli, per circa la metà degli spazi esistenti in Via Tortona, non ci sarebbe l’agibilità….L’attore di sinistra Dario Fo, sempre presente in queste occasioni a dar man forte a centri sociali, e sinistra di piazza in genere, ha lodato Pisapia per il “grande risultato” (quale?). Ma i giovani di Macao ancora non sono contenti, perché loro “non vogliono uno spazio, ma vogliono autodeterminarsi…”e ancora, perché Macao non è un luogo dicono ma un modo di fare, di essere e di esserci…..mah…..Povera Milano!!

Siamo alle comiche…per l’ex Ansaldo servirà una gara, ma Macao risponde no al Comune; Pisapia e Boeri invitano il collettivo all’assemblea pubblica di oggi, ma quello che è evidente comunque è che sono tre giorni che Via Galvani è “in ostaggio”; sarebbe opportuno un blitz per sgomberare questa adunata sediziosa!!
La polemica è aperta grazie al Sindaco “temporeggiatore” dunque. E i musulmani come detto, stanno pensando di utilizzare lo stesso metodo di Macao: quale sarà la loro prossima mossa? Pisapia andrà a incontrare gli islamici che avranno occupato l’ospedale Bassi in Viale Jenner?

Intanto sulle pareti della Torre compaiono le foto dei consulenti amici e di amici degli amici che Pisapia copiosamente ha portato con se in Comune (a spese nostre, si intende…) trovando spazio e riservando loro stipendi superiori alla media…altro che favorire i precari, Pisapia ha dapprima criticato i consulenti della Moratti, salvo poi “premiare” una volta eletto, decine e decine (sono circa un centinaio finora, i consulenti di nomina diretta del Sindaco) di soggetti esterni all’amministrazione che hanno il solo e unico merito di essere stati “arancioni” alle ultime elezioni comunali. Andiamo bene milanesi…qui si predica bene e poi si razzola male. Mammamia Pisapia!!!!!!


Giuseppe Sagliocco

lunedì, maggio 14, 2012

Il nostro sistema non consente al Paese di essere governato.



C’è grande pessimismo, scarsa fiducia nel futuro a cui dovremmo reagire, credo, con una politica totalmente diversa da quella che e’ la cosiddetta politica del rigore. Spero che il presidente Monti abbia compreso che la societa’ italiana non regge piu’ su una linea ultra rigorista non accompagnata da investimenti e da misure sociali nei confronti delle aree piu’ deboli della societa’italiana!

Che sia solo un ramo del parlamento ad approvare le leggi e che il presidente del Consiglio possa nominare o revocare un ministro sono due dei punti della riforma istituzionale su cui, secondo Silvio Berlusconi, va trovato l’accordo con la sinistra; si perché o troviamo l’accordo con la sinistra affinchè il presidente del Consiglio abbia gli stessi poteri degli altri premier, o altrimenti l’Italia non si ammoderna. La speranza è che i sacrifici fatti dal precedente governo dimettendosi portino al risultato da sempre inseguito: il cambiamento dell’architettura istituzionale del Paese. Senza questo cambiamento non si può avere un paese governabile, come non è stata governabile l’Italia e ancora non è governabile adesso...

La riforma federalista iniziata dal Governo Berlusconi non va abbandonata, anzi sarà battaglia politica nei confronti di quella linea ultra-rigorista della Merkel e della Germania che puo’ portare alla rovina molti Paesi dell’Europa e mettere in difficolta’ la stessa Germania. Gia’ oggi la gravissima situazione di crisi della Grecia, che puo’ tradursi in grandi difficolta’ anche per gli altri Paesi dell’Europa deriva dalle scelte imposte dalla Germania alcuni anni fa contro il parere dello stesso Obama e degli Stati Uniti.

Infatti, in questa fase in Italia il partito del Popolo delle Libertà e’ stato sottoposto alle pressioni di due linee estreme: da un lato l’accettazione totale di tutto cio’ che proponeva il governo, che in genere agiva per decreti accompagnati dal voto di fiducia, dall’altra la contrapposta richiesta di una crisi di governo e di elezioni anticipate, a dire la verita’ sostenuta da una larga parte dell’elettorato di centrodestra. E questa schizofrenia ha corso il rischio di dilaniare il centrodestra che rappresenta i moderati.

In sostanza, a mio avviso e per quanto riguarda il nostro Paese, occorre una iniziativa politica e programmatica che superi l’alternativa tra l’accettazione passiva di tutto cio’ che il governo Monti propone, o la crisi di governo.



Giuseppe Sagliocco

mercoledì, maggio 02, 2012

Bondi rappresenta il fallimento di Monti.




C’è poco da fare…le nomine dei commissari attestano il fallimento di questo governo. Monti si era proposto come "salvatore della patria" ed aveva nei suoi piani la riduzione della spesa pubblica. Invece, il governo ha fatto ben altra cosa. Ha aumentato le tasse, non ha abbattuto la spesa pubblica e non ha fatto nessuna riforma; ecco quindi Enrico Bondi, Giavazzi ed Amato chiamati come nuovi collaboratori del premier Monti…

Bondi rappresenta il fallimento di Monti, e del suo uomo di punta Giarda, sul primo obiettivo che questo governo aveva pomposamente affermato di saper conseguire: la riduzione della spesa pubblica.

E dire che tagliare la spesa pubblica in Italia non sembrerebbe difficile a prima vista: basta abolire lo Province o dimezzare il numero dei parlamentari o ridurre i dipendenti pubblici nelle Regioni che hanno 20mila impiegati.

Per cio’ che riguarda le ricostruzioni del passato e prendendo atto del fatto che sull’ICI esistono diverse valutazioni, rilevo che comunque e’ assai faziosa l’unilaterale interpretazione secondo la quale solo l’abolizione dell’ICI avrebbe provocato un ’buco’ e non ad esempio la controriforma sulle pensioni fatta dal governo Prodi nei confronti della riforma a suo tempo operata da Maroni e da Sacconi. La controprova sta nel fatto che l’attuale governo ha dovuto a sua volta intervenire…

Devo anche ricordare, ai labili di memoria, che lo spending review fa parte delle misure gia’ inserite nella Finanziaria del governo Berlusconi: sarebbe buono e giusto che non ci siano tagli alle stazioni dei Carabinieri e ai commissariati di Polizia, strutture che servono ai cittadini. Per il resto, ad esempio nella sanita’ e nella pubblica amministrazione molto si puo’ e si deve fare anche per evitare ulteriori inasprimenti fiscali.

Lo sforzo, comunque, è stato notevole: Monti e i suoi ministri ieri sono stati riuniti 5 ore. Cinque ore di cervelli fumanti, pensieri elevati, saperi incrociati, per arrivare a queste soluzioni geniali e per farci sorridere soprattutto del fatto che un tecnico abbia bisogno di un super tecnico…Olè!!


Giuseppe Sagliocco

lunedì, aprile 23, 2012

UNA PROPOSTA CONCRETA SU IMU E CASA




Non si può chiedere ai cittadini di pagare prima per una imposta senza sapere come sarà e quanto si pagherà alla fine, in definitiva. Mi spiego meglio: fino al mese di settembre i Comuni hanno tempo e possibilità di scegliere, cioè decidere le percentuali da applicare alla nuova Imposta Municipale Unica. Si stanno studiando al momento delle modifiche che porteranno verosimilmente a calcolare l’IMU non più come con l’ICI e cioè agendo sulla consistenza catastale calcolata in vani, bensì rapportando tutto ai metri quadrati. Ad esempio, 5.5 vani con la vecchia ICI, sarebbero circa 90 metri quadri calcolati con la nuova imposta. La domanda da porsi però è come faccio io governo a chiedere a te cittadino di pagare una certa cifra, se ancora non ho provveduto nemmeno a stabilire quanto si dovrà pagare e con quale metodologia?

Se non ho ancora stabilito cioè se per il pagamento verrà richiesto di utilizzare ancora il calcolo dei vani catastalmente determinati, oppure verosimilmente si dovrà ancora attendere a dopo il passaggio alla base di calcolo che tiene conto dei metri quadrati, tuttora in discussione? Ecco quindi una semplice, banale proposta che voglio fare sperando che qualcuno la faccia propria e la porti avanti. Riguarda i giovani, le coppie in particolare che hanno acceso un mutuo e che sulla loro futura casa di proprietà sono tenuti da subito al pagamento pieno della IMU.

La mia idea o proposta se vogliamo, è semplice ed attuabile: essa prevede che, con riferimento al mutuo, e riguardo alla Imposta Municipale Unica, l’IMU stessa venga pagata dai futuri proprietari solamente in base alla percentuale di possesso acquisita. Mi spiego meglio: chi ad esempio ha stipulato un contratto di mutuo per 25 anni, sa che la casa diventa completamente di sua proprietà solo dopo aver pagato, e quindi estinto il mutuo dopo 25 anni; infatti egli non può, e non deve pagare come se la casa fosse completamente sua già al primo anno, o sia anche al decimo ma anche al ventesimo anno, bensì il cittadino, la giovane coppia, dovranno pagare la imposta municipale unica percentualmente e proporzionalmente a quanto versato per riscattare la proprietà di possesso acquisita fino a quel momento.

Va da se che se la casa è completamente riscattata sono tenuto a pagare interamente su di essa l’IMU mentre non si capisce perché debba invece pagare completamente la imposta sulla casa anche chi la casa non la ha ancora riscattata completamente. Se io riscatto il mutuo ad esempio per un 25% dell’importo complessivo, la casa è di mia proprietà per il 25% quindi io pagherò la nuova tassa sul 25% effettivamente riscattato in proporzione, e che diventerà mio solamente quando avrò riscattato completamente il mutuo acceso.

E’ di questi giorni infine e la rivendico, la battaglia portata avanti dal Pdl con il segretario Alfano sull’Imu, che ha ottenuto "prima la rateizzazione dell’imposta e ora l’accoglimento di un ordine del giorno (emendamento) affinche’ l’Imu sia dovuta una tantum". Già, perché bisogna certo essere soddisfatti del fatto che si impegna il Governo ad eliminare l’Imu nel 2013 ed a renderla quindi, nei fatti, una tassa una tantum che si pagherà solo quest’anno.


Giuseppe Sagliocco

Iscritto al Pdl – Lodi

www.giuseppesagliocco.blogspot.it





venerdì, aprile 20, 2012

IMU: la nuova gabella diventerà una tantum?





Ennesima tegola che sta per abbattersi sugli italiani è l’IMU. L’imposta municipale unica, nuova gabella che sostituirà la vecchia ICI. Molte discussioni finora e una sola certezza: molto probabilmente si pagherà più di quanto non si pagasse con la vecchia ICI; questo anzitutto perché da zero euro, (l’ICI il centrodestra la aveva tolta), ora bisogna ritornare a pagare, ma con un nome diverso, IMU. La istituzione della nuova imposta comporterà incrementi anche molto sensibili con aumenti di carico fiscale rispetto al passato. Insomma, dalla padella nella brace…o almeno così sembrerebbe.

Questo aggravio ulteriore quindi, che si va a sommare già a tutti gli altri innumerevoli problemi che questa crisi economica europea e mondiale ha “regalato” anche alle famiglie italiane; Ecco, io lo dico subito, senza problemi, purtroppo il problema di noi cittadini non si risolve rateizzando l’importo così come richiesto e ottenuto dal segretario del Pdl Angelino Alfano. Non basta…Non va bene e allora, novità di oggi, il governo si e’ impegnato a trovare altre risorse affinche’ non si debba piu’ pagare l’Imu sulla prima casa nel 2013, perche’ la prima casa è un bene su cui non bisogna infierire.

Trovo quindi molto più valente e pregnante la previsione di Alfano, segretario del Pdl che adesso rivendica non già la battaglia portata avanti dal Pdl sull’Imu che ha ottenuto prima la rateizzazione dell’imposta quanto ora l’accoglimento di un ordine del giorno del Popolo delle Libertà, un emendamento recepito dal governo affinche’ l’Imu sia dovuta solamente una tantum. Questa sì che è una notizia, perché bisogna certo essere soddisfatti del fatto che il governo su intervento di Alfano e del centrodestra si sia impegnato ad eliminare l’Imu nel 2013 ed a renderla quindi, nei fatti, una tassa una tantum che si pagherà solo quest’anno.

L’impegno del governo a trovare altre risorse per fare si’ che nel 2013 non ci sia l’Imu diventa a questo punto, a mio parere un atto di giustizia sociale.

Troppe tasse, sulla casa in particolare, poche proposte concrete sullo sviluppo e la crescita economica. È tempo che il governo Monti passi dalle tante parole, dai tanti propositi, a dei fatti molto più concreti. L’economia ne ha bisogno. L’Italia e gli italiani anche. E anche noi speriamo e crediamo che questa odiosa imposta su un bene primario come la casa venga quanto prima cancellata, e definitivamente accantonata.



Giuseppe Sagliocco

Iscritto al Pdl – Lodi

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mercoledì, aprile 18, 2012

Finanziamenti pubblici ai partiti: basta erogare a chi non ha obbligo di rendiconto!


A mio modo di vedere suona strano che il problema dei finanziamenti alle forze politiche sia gettato sul tavolo proprio alla vigilia delle consultazioni, quando da anni lo Stato versa montagne di quattrini alle segreterie sotto forma di contributi che sono pubblici per modo di dire. Nel senso che sono tali finché il denaro è in viaggio verso i partiti, ma quando questi lo hanno incassato, miracolosamente quei contributi sono privatamente gestiti.

E utilizzati secondo la volontà dei leader. In altri termini, come forse non tutti sanno, attualmente la legge non prevede che i partiti giustifichino le spese sostenute: in ogni caso, essi hanno però diritto a riscuotere i rimborsi. In questo ginepraio è ovvio che avvengano ruberie, sottrazioni di somme, pasticci.Ciò che si dovrebbe fare è assai semplice: smettere di erogare denaro a soggetti che non hanno l’obbligo di rendicontare (mi scuso per il brutto vocabolo, ma in quanto dottore commercialista ho ancora dei rigurgiti professionali...) e nemmeno quello di presentare bilanci certificati.

Troppo facile fino adesso!!! Pensierino finale: la morale della favola, il coinvolgimento della Lega in uno scandalo ingigantito dai media può segnare il tramonto di ogni ipotesi di un suo ricongiungimento futuro con il Pdl. Se ciò che si vuole è la morte del centrodestra non datevi pena, e state pure tranquilli...questo non accadrà!



Giuseppe Sagliocco - Lodi

mercoledì, aprile 11, 2012

Bossi, ma anche Fini Rutelli e Bersani.




E’ di questi giorni la notizia che il tesoriere della Lega tal Belsito, sia stato beccato a spendere i soldi del partito. A questa notizia poi si sono aggiunte altre voci e nuovi fatti riguardanti Bossi e famiglia che avrebbero, grazie a Belsito, usufruito in modo illecito pure loro dei soldi del rimborso elettorale a cui per legge ha diritto la Lega come partito; Naturalmente, subito sono partite le consuete indignazioni ed i soliti processi mediatici verso Bossi e “family”.

La gestione della tesoreria del partito è “avvenuta nella più completa opacità sin dal 2004” dicono le carte. Una “gestione 'in nero' (sia in entrata sia in uscita) di parte delle risorse affluite alla cassa del partito”, soldi pubblici provenienti dal 4 per mille dell'Irpef o sotto forma di rimborsi elettorali, che, come emerge da una serie di intercettazioni Belsito avrebbe anche usato per contribuire alle spese per gli svaghi dei figli del Senatur, ma anche in parte per la moglie di Bossi e per Rosi Mauro (non sono indagati): cene, alberghi e viaggi. E la ristrutturazione della villa di famiglia a Gemonio. In un intercettazione, infatti, si sente dire che quelle spese vanno a finanziare “i costi della famiglia”.Dopo le presunte tangenti del caso Boni arriva un'altra batosta che colpisce al cuore il carroccio.

Ma da questa vicenda si possono notare delle differenze enormi sia dal punto di vista mediatico che politico rispetto ad altre del passato anche recente.
Iniziamo con la vicenda Fini e la casa di Montecarlo. Così come è stato appurato, l’attuale Presidente della camera, evidentemente uomo senza vergogna, vendette ad un prezzo stracciato la casa di proprietà del partito (perché ereditata quando lui era segretario di Alleanza Nazionale), al cognato e cioè più precisamente al fratello della sua attuale compagna. Lo difesero in tanti all’epoca, anche perché era da poco fuoriuscito dal Pdl e a molti faceva comodo…

Persino la magistratura, che per altre compravendite strane ha indagato, in quel caso conclamato di vendita fraudolenta di un bene del partito a suo cognato a prezzi stracciati, si è fatta i fatti propri non andando troppo a fondo nella storia. Lo stesso Fini non si è dimesso nonostante affermò pubblicamente che se fosse stato provato che la casa era stata effettivamente venduta al cognato lui si sarebbe dimesso. Il cognato abita ancora a Montecarlo e Fini è ancora, aggiungo io vergognosamente, al suo posto!!

Passiamo a Bersani, a Penati e al Pd: il braccio destro di Bersani è coinvolto in una serie di indagini per corruzioni e tangenti varie. Secondo la Procura di Monza alle accuse di corruzione e concussione si aggiunge quella di finanziamento illecito ai partiti. Ebbene, Bersani non solo non si è dimesso da segretario del PD dopo che il suo più stretto collaboratore è stato indagato per tangenti e corruzione, ma continua a dire che non sapeva, che Penati è onesto ecc ecc. Mah….
Senso di responsabilità e questioni d’opportunità non interessano a Penati che in Regione continua a prendere un sostanzioso emolumento e ora diventa persino investigatore pagato con i soldi pubblici. Gli stessi che ha usato per i suoi affari…

Rutelli e Lusi: anche in questo caso abbiamo un tesoriere di partito beccato a fregare soldi al partito stesso. Lusi come dichiarato ai magistrati, ha preso soldi per se, ma ne ha anche dati ai big del partito, Rutelli compreso. E spiegando come faceva…anche in questo caso tutti dalla parte di Rutelli sia politicamente che mediaticamente. Appare oltremodo ridicolo che lo stesso Rutelli abbia affermato che lui non sapeva niente!!
Secondo le rivelazioni del senatore-tesoriere molti di questi soldi sarebbero serviti a finanziare l'attività politica di Rutelli anche dopo la sua uscita dal Pd. In sostanza, quando Rutelli ha fondato l'Api, avrebbe continuato a servirsi dei fondi gestiti da Lusi. Quelli, cioè, dell'ex partito Margherita, che, fino al 2011 ha incassato i rimborsi elettorali, pur essendosi sciolta tre anni prima.

Per la cronaca, Luigi Lusi, ex tesoriere della Margherita, è stato escluso (?!) dal Pd per lo scandalo che lo vede indagato per espropriazione indebita.
E allora cosa dire…Bossi si è dimesso mentre Fini è al suo posto, Bersani è al suo posto e Rutelli è al suo posto. Eppure tutti e tre fanno la morale agli altri. Ridicoli e senza vergogna.


Giuseppe Sagliocco

lunedì, aprile 02, 2012

Le favole della sinistra sull'Euro e sulla "moneta unica"



Intendo ritornare nuovamente a ragionare di moneta unica e sacrifici chiesti; a essere sinceri in effetti, non mi pare che Berlusconi abbia detto a suo tempo una cosa non vera; viene attaccato ancora oggi perché ha detto la sacrosanta verità…”La moneta unica è stata una grande fregatura, e ora dobbiamo tenercela”; e io aggiungo che i prezzi sono diventati doppi, gli stipendi sono dimezzati, e poi finiamola!

La moneta unica c’è da circa dieci anni e facendo noi parte della Unione Europea, siamo costretti a tenercela e abbiamo persino interesse a tutelarla.
Ma ormai è tardi per tornare indietro alla vecchia “liretta” abbandonata in fretta da Prodi senza curarsi del cambio rovinoso imposto da Bruxelles: 1936,27. Da notare che il centrosinistra all’epoca del governo aveva spacciato l’entrata nella moneta unica come una grande conquista. Ricordo i festeggiamenti, sembrava di aver vinto i mondiali di calcio, e tutti felice di poter andare in Francia, Germania eccetera risparmiandosi la scocciatura di comprare franchi e marchi, capirai che euforia…

L’euro, è vero, è una moneta strana; non convince e non potrà mai convincere nessuno: perché non risponde ad una autorità politica comune, ai Paesi che l’adottano; in secondo luogo perché non ha una vera Banca Centrale a sostegno come il dollaro con la Fed, la sterlina con la Banca d’Inghilterra lo yen con la Banca Centrale Giapponese ecc. Ma quando l’ormai ex premier attacca l’euro, tutti a dire vergogna…cose che capitano. Unicamente egli avrebbe dovuto tenere, secondo me, la barra al centro, e questa era la sacrosanta verità!!!

La moneta in se non ha colpe ma è solo stato uno strumento. Il problema è nato, nell’architettura di base, in quello stesso progetto chiamato Europa dove dei tecnocrati di sinistra hanno visto in Prodi – Ciampi come governatori- attori e il gioco è stato fatto: ci hanno svenduto! Gli altri, signori miei, hanno la garanzia delle Banche centrali per i loro debiti soggetti a speculazione, noi no!!!!

Quindi c’è chi pensa che la moneta unica sia stata un vantaggio, ma io continuo a pensare e penserò che invece è stato un vero e proprio disastro.
Raccontano favole coloro che dicono che se non fossimo entrati nell’Euro saremmo già falliti…basta! Aprite gli occhi…I salari sono dimezzati e i prezzi sono aumentati, meditate voi…

La moneta unica è diventata quindi una zavorra e ci ha reso tutti più poveri, siamo riusciti ad abbattere la inflazione ma si è innalzata la povertà e difatti sono dieci anni che siamo “nell’euro” e sono esattamente dieci anni che l’Italia non progredisce, ma guarda un po’!!

Chiarezza vorrebbe, che oggi la politica non la facciano i singoli governi ma a fanno la BCE e le altre istituzioni europee; non è vero che siamo stati commissariati perché lo siamo stati nel momento stesso in cui decidemmo di entrare a far parte della moneta unica. Grazie.


Giuseppe Sagliocco
Iscritto al Pdl – Lodi
www.giuseppesagliocco.blogspot.com

venerdì, marzo 09, 2012

PDL UNICO AD AVER AVUTO RICAMBIO GENERAZIONALE


Dopo 18 anni di Berlusconi in politica e ai vertici del Paese, il Popolo della Libertà oggi è l’unico movimento politico ad aver avuto un ricambio generazionale; La nostra esperienza di governo non ha un bilancio negativo, ma bisogna riconoscere che non siamo stati capaci di superare le prove più difficili. Perché? Le cause non sono addebitabili solo agli altri. Abbiamo avuto anche noi delle responsabilità, ma si può dire, senza tema di essere smentiti, che anche la nostra alleanza aveva al proprio interno degli squilibri che hanno reso difficile il percorso del governo.

Il maggiore squilibro riguardava il ruolo e la natura della Lega, una forza politica che indubbiamente ha avuto una evoluzione positiva, grazie a Berlusconi, ma che mantiene dentro di sé degli elementi contraddittori. L’attuale posizione della Lega conferma che la vocazione al governo e il compito di rappresentare gli interessi della parte più dinamica del nostro Paese, non è ancora un approdo stabile della Lega.

Al Presidente del Pdl i moderati e i liberali del centrodestra oggi devono molto, moltissimo…Egli infatti ha rivoluzionato la comunicazione politica e le campagne elettorali, utilizzando creativamente tutti gli strumenti di comunicazione per parlare direttamente ai cittadini, usando un linguaggio chiaro, semplice, diretto, concreto. L’esatto opposto del linguaggio opaco e autoreferenziale tipico della politica italiana fino al 1994.

A mio modestissimo parere, il maggior merito del Cav é aver contrastato le sinistre.
Berlusconi ha introdotto in Italia il bipolarismo e l'alternanza di governo. La sua azione politica ha prodotto lo “sdoganamento” della destra politica, che prima era fuori dal cosiddetto “arco costituzionale”, la piena inclusione della Lega Nord. Egli ha affermato il primato della persona e della società sui partiti e sullo Stato, che devono essere al servizio dei cittadini e non viceversa. Il principio di sussidiarietà e la riduzione del perimetro di azione dello Stato sono il cardine di questa politica e di tutte le riforme intraprese: ne sono esempi la riforma del fisco 2003-2005, (no tax area, due tagli delle tasse per un totale di 11 miliardi, sistema delle deduzioni); l'attenzione concreta al mondo del non profit con iniziative come il 5x1000 e la deduzione dei contributi alle realtà del terzo settore; le scelte di fronte ai temi eticamente sensibili, fatte seguendo i valori non negoziabili della vita umana.

Oggi la discussione verte su come dobbiamo agire per riconquistare la fiducia di tanti nostri elettori ora critici nei nostri confronti.
Nelle prossime settimane il PDL deve prendere l'iniziativa e anticipare il governo Monti con proposte sui temi più importanti per la vita dei cittadini. Se vogliamo vincere dobbiamo spiegare agli elettori le motivazioni e le scelte sinora applicate a sostegno del governo Monti. Con tutte le tasse ad oggi subite e quelle ancora da subire, un evidente taglio della spesa governo/politica all'acqua di rose, il popolo non ci crede più.

In Parlamento, come anche a livello locale (comunale provinciale e regionale) ci vogliono persone giovani, serie, dinamiche, ambiziose il giusto ma soprattutto che abbiano fatto militanza vera, che amino il proprio partito e non invece dei “mestieranti” a volte addirittura senza arte ne parte, come purtroppo ancora oggi ci ritroviamo a tutti i livelli…probabilmente anche a Lodi! Il ricambio generazionale garantito nel Popolo della Libertà dalla nomina di Alfano a segretario, deve sostanziarsi, secondo me, in una riforma istituzionale che contempla quindi anche la diminuzione del numero dei parlamentari; solo subito dopo, si potrà mettere mano alla legge elettorale.

Quella che va evidenziata oggi nel Pdl è una posizione che chiamerei di democrazia trasparente, che non può quindi prescindere da una indicazione preventiva, e non successiva, di chi sarà il premier “incaricato” questo nel caso vinca l’una o l’altra coalizione.



Giuseppe Sagliocco
Iscritto al Popolo della Libertà - Lodi

mercoledì, febbraio 15, 2012

Per il Quirinale i Decreti di Monti valgono più di quelli del Cav.



Analizzando bene i fatti, si può agevolmente accorgersi che le materie trattate nei tre decreti varati da dicembre 2011 a oggi dal governo Monti, nonché la natura e le finalità delle norme erano nella sostanza già state previste nel Decreto Romani-Brunetta-Calderoli. Si rammenta a chi non sa o fa finta di non sapere, e in particolare quindi a sinistra, che tale Decreto, presentato all’ Odg del Consiglio dei Ministri del 2 novembre 2011 non ha mai visto la luce per la opposizione del solito Quirinale…Chiarito e precisato questo, ricordo anche che quello stesso Consiglio dei Ministri trasferì parte dei contenuti del Decreto in un maxi-emendamento alla Legge di Stabilità. Questi i fatti.


La cronologia degli eventi parte dalla Manovra di luglio, ad agosto ci fu la lettera della Bce all’Italia seguita dalla Manovra di agosto, che avrebbe portato alle prime formulazioni ed elaborazioni del Decreto Romani-Brunetta-Calderoli tra settembre e ottobre 2011. Successivamente a ottobre vi fu la lettera stavolta dell’Italia alla Bce e infine il 2 novembre è stato portato il Decreto Sviluppo in Consiglio dei Ministri.
In sostanza, il 70% delle misure adottate da “SuperMario” facevano parte del pacchetto Sviluppo del Cavaliere, come detto prima affossato dal Quirinale!


Come noto, contrariamente a quanto invece con il nuovo governo fa, il Presidente della Repubblica considerava privo dei requisiti di necessità e urgenza richiesti quel Decreto. Oggi l’uso del decreto-legge è da considerarsi quantitativamente eccessivo, per la esistenza, differentemente dal passato, di una maggioranza parlamentare vastissima a sostegno del governo Monti.


Va aggiunto che i tre decreti approvati dal governo Monti rinviano frequentemente a provvedimenti successivi in merito alla propria concreta efficacia, inoltre sono fortemente disomogenei nell’oggetto, disomogeneità spesso superiore a quella eccepita per il decreto Romani-Brunetta-Calderoli. C’è da domandarsi dunque per quale motivo il Presidente della Repubblica abbia operato una valutazione discrezionale così diametralmente diversa tra l’ultimo decreto del governo Berlusconi e i primi tre del governo Monti.


Da una sovrapposizione quali-quantitativa tra i diversi decreti emerge una corrispondenza del 50% sia di materie che di contenuti. Tutto ciò non può non far riflettere sul ruolo discrezionale del Presidente della Repubblica in quel fatidico 2 novembre, e provoca il rammarico che, se adottate all’epoca, quelle misure avrebbero potuto evitare che la situazione politica ed economica precipitasse copme poi è avvenuto. L’impossibilità di adottare il decreto-legge costrinse il governo a ripiegare su un maxi-emendamento alla legge di stabilità, il quale fu però necessariamente depotenziato ; resta il fatto che dal 50 al 70% delle misure allora progettate sono state poi riprese dal successivo esecutivo. E che esse sarebbero state approvate molto tempo prima se ciò fosse stato consentito al governo Berlusconi. Ma così non fu……


Giuseppe Sagliocco